"Il sottoscritto, Lucien Gobillot, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali..." No, non è così che bisognava cominciare: così si cominciano i testamenti. Già. Ma allora, perché scrivere quella specie di memoriale? Per chi? "In caso di disgrazia. Nell'eventualità che le cose finissero male". E come altro sarebbe potuta finire quella storia? Era cominciata un anno prima, quando Yvette, quella puttanella insieme cinica e fragile, furba e innocente, era andata a chiedergli di assumere la sua difesa, la sua e quella dell'amica con la quale aveva tentato di rapinare un orefice riuscendo solo a mandarne la moglie all'ospedale...
il libro emana sessualità e passionalità
in ogni pagina. Parigi è magica e sensuale, mai avrei creduto di poter leggere scene così erotiche scritte da Simenon. Insieme a ''Tre camere a Manatthan'' è sicuramente il mio libro preferito pubblicato da Simenon.
In caso di disgrazia
Anonimo - 02/11/2001 00:00
2/
5
Le maschere non vivono,meglio l'instabilita'.
Questo il messaggio ?
Mi sembra che la lettura molto piacevole alla fine non contribuisca tanto a porci degli interrogativi .
In altre occasioni il "nostro" Simenon,mi ha stimolato in modo piu'convincente
In caso di disgrazia
Anonimo - 29/07/2001 00:00
4/
5
Leggendo i romanzi di Simenon si vive l'aria della Francia noir. Anche in questo amore "fou" è normale, come sempre accade, che ci sia la vittima e fin dall'inizio si capisce che non può che finire così.
In caso di disgrazia
Anonimo - 23/07/2001 00:00
3/
5
Un libro da leggere.Emerge l'individualità del protagonista in veste di avvocato e solo in superficie affiora quella di uomo, che a fatica vive un'epoca di ipocrisie.Ne esce un quadro femminile spaccato e rappresentativo relativamente a due generi di donna.L'una semplice ed erotica,l'altra cinica e salottiera.
Malgrado ciò,gli uomini non dominano, ma si difendono,si nascondono dietro al loro lavoro,al raggiungimento del potere e perdono il controllo dinanzi ai sentimenti che dilagano ed imperversano.Fino a morirne dentro.
In caso di disgrazia
Anonimo - 07/07/2001 00:00
3/
5
Non credo che sia il romanzo più bello di Simenon, tuttavia quello che mi ha affascinato è l'algido e lucido ritratto di questa fascia d'alta borghesia parigina, con le sue facciate da salvaguardare a tutti i costi,le altre sue ipocrisie, i suoi fallimenti. Il contrasto con la spontaneità di Yvette, la maniera casuale, gioiosa e curiosa con cui vive la vita e soprattutto il sesso, è stridente.
Anonimo - 02/02/2010 22:42
Anonimo - 01/08/2002 11:38
Anonimo - 02/11/2001 00:00
Anonimo - 29/07/2001 00:00
Leggendo i romanzi di Simenon si vive l'aria della Francia noir. Anche in questo amore "fou" è normale, come sempre accade, che ci sia la vittima e fin dall'inizio si capisce che non può che finire così.
Anonimo - 23/07/2001 00:00
Un libro da leggere.Emerge l'individualità del protagonista in veste di avvocato e solo in superficie affiora quella di uomo, che a fatica vive un'epoca di ipocrisie.Ne esce un quadro femminile spaccato e rappresentativo relativamente a due generi di donna.L'una semplice ed erotica,l'altra cinica e salottiera. Malgrado ciò,gli uomini non dominano, ma si difendono,si nascondono dietro al loro lavoro,al raggiungimento del potere e perdono il controllo dinanzi ai sentimenti che dilagano ed imperversano.Fino a morirne dentro.
Anonimo - 07/07/2001 00:00