I personaggi di "Insaputa" si trovano a dover fronteggiare delle difficoltà: le loro vite si affacciano su muri. Di mattoni, muri di gomma, imbattibili, muri insormontabili. Altre vite crescono all'ombra di mura protettive, comode, inespugnabili. I nostri personaggi - realmente esistiti, alcuni esistenti, altri semplicemente inventati - sono acuti osservatori, questo bisogna riconoscerglielo. E grazie a questa capacità, ci dimostrano che anche sui muri più compatti - pareti alleate o nemiche che siano - abitano delle imperfezioni, delle linee di debolezza. Allora si mettono in moto, i nostri personaggi, a riflettere sul potere delle proprie crepe. Non sono sconfitte, le crepe, sono come rigagnoli che si spandono e piano piano seminano dubbi, ripensamenti, aperture. Insapute. Le crepe possono diventare aratri. Senza crepe non vedremmo la breccia, ossia cosa ci aspetta di là da ciò che scegliamo o ci troviamo a voler superare. Senza crepe come si potrebbe intravedere la luce? Che vivano le crepe che ci fanno l'occhiolino, quelle che ci fanno strizzare gli occhi. I nostri personaggi fanno questo. Cercano di capire come andare oltre. Sono personaggi affamati in attesa della refezione. L'attesa, appunto, li accompagna nell'osservazione e nel cambiamento. Insaputa ospita personaggi in moto verso la Domenica.