Inside riassume alcune fra le numerose esperienze che Francesco Radino ha vissuto in Giappone e in varie località dell'Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, e può senz'altro essere considerato come un diario di viaggio non ortodosso. L'osservatore colto che tenti di decifrare queste fotografie riuscirà solo in parte a stabilire un'esatta correlazione fra gli elementi delle singole immagini, e credo che parte dei loro fascino risieda proprio in questa provocazione e nel modo singolare con cui l'artista mescola e mette in relazione i diversi soggetti. Tutti ciò contribuisce a rendere avvincente e particolare la '1ettura" dei libro. Si tratta soprattutto di luoghi anonimi e di paesaggi. In molte fotografie il tema della natura, che può presentarsi in forma addomesticata civilizzata, ma anche culturalmente codificata così come allo stato selvaggio quasi impenetrabile, riveste un ruolo di primaria importanza. La natura vive in rapporto dialettico con la civiltà e l'arte, qui testimoniate dalle immagini dei giardini, ma soprattutto da quelle dei mosaici, dei resti di colonne, dei frammenti e delle rovine, nonché dei reperti museali o dei complementi di arredo. Il conflitto fra questi due ambiti, natura e civiltà, contraddistingue lo sguardo dei fotografo che a volte utilizza contrasti netti e altre volte toni e sfumature più leggeri. L'intenso confronto coi Giappone ha poi accentuato l'aspetto compositivo delle sue immagini. Accanto alla varietà dei segni, in molte di esse è evidente la predilezione tipicamente giapponese per le sottili interazioni fra linea e superficie, fra ombra e profilo, e fra l'oggetto reale e l'ombra che da esso viene proiettata. Fin dalle prime pagine di questo diario si manifesta la fascinazione provata dall'autore per tracce, gore, segni e strutture, ma non nel senso di un'integrazione informale con il mondo dei segni, bensì secondo una strategia di scrittura tridimensionale dei mondo basata su elementari [...]