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Colpito a cinquant'anni da un glioblastoma Stefano si ritrova a far fronte gli effetti psicologici devastanti della malattia. Alla notizia della scomparsa di una sua conoscente con la stessa sua patologia, Stefano reagisce precipitando inizialmente in un profondo stato depressivo; poi, in modo inspiegabile, si accorge che facendo moltiplicazioni nella sua testa riesce a contrastare l'invasività di pensieri distruttivi. In questo modo sviluppa naturalmente quell'abilità che in medicina prende il nome di ipercalculia, la capacità di effettuare calcoli molto complessi; senza saperlo, riproduce inoltre una forma di defusione. In psicologia la defusione cognitiva (neologismo dall'inglese defusion) si basa sul principio che è possibile osservare i propri pensieri piuttosto che essere osservati e guidati dagli stessi.
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