Siglufjoreur, cittadina di pescatori nel punto più a nord dell'Islanda, accessibile dal resto del paese solo attraverso un vecchio tunnel, è soffocata dalla morsa dell'inverno. La temperatura è ben al di sotto dello zero, il vento scuote le tegole, e la neve che cade incessante da giorni la fa sembrare un luogo incantato dove tutto può succedere. Finché qualcosa di inaspettato succede davvero. Una giovane donna viene ritrovata in un giardino priva di sensi, in una pozza di sangue. Un vecchio scrittore muore nel teatro locale in seguito a una caduta. Ari sor, ex studente di teologia diventato poliziotto quasi per caso, si immerge nell'indagine malvolentieri, stretto tra la nostalgia della fidanzata rimasta a Reykjavik e la diffidenza di una comunità che fa fatica ad accoglierlo. In un clima di tensione claustrofobico, dovrà imparare a farsi largo tra l'attenzione morbosa della stampa e i segreti dei residenti, a convivere con le bufere sferzanti e a trovare la strada della verità in un buio senza fine.
La recensione del libraio
Sempre affascianti i gialli ambientati nell’estremo Nord. Che vita fanno gli abitanti di quei paesi, coperti di neve e ghiaccio per lunghissimi mesi, con la luce che o illumina tutto il giorno (prova a dormire) oppure sparisce per venti ore al giorno? E’ già di per se un giallo questo. Qui poi andiamo ancora più a Nord, a Siglufjorour, (e vi tolgo tutti gli strani caratteri vichinghi) in Islanda, che uno si dice “ma se in Islanda saranno tre abitanti massimo, che giallo scrivi? Uno indaga, uno è morto ammazzato, il terzo è colpevole!” Eppure anche nel paesino dal nome quasi impronunciabile di cui sopra, quattro casette davanti al fiordo, di misteri ce ne sono parecchi. Qualcuno ha ucciso Hrolfur (provate a ricordarvi il nome), un famoso scrittore, caduto dalle scale? Oppure si tratta di un banale incidente? E chi ha accoltellato Linda, lasciandola mezza nuda sulla neve? Indaga l’inesperto Ari Por, che con quel nome nemmeno i suoi colleghi prendono sul serio. Eppure.