Nella persona che invecchia il passato viene spesso considerato come tempo ormai perduto, occasione di rimpianto o nostalgia, ma anche prezioso contenitore di risposte di senso a ciò che si è stati. In ambito istituzionale il confronto con il limite si fa più serrato sul piano fisico, cognitivo e relazionale e diventa quindi essenziale supportare l'anziano nell'adattamento al nuovo contesto di vita e nella riattribuizione di un significato alla propria esistenza che, insieme, possano compensare il peso delle numerose perdite subite. Un valido strumento di intervento sociale utile a mettere in risalto il percorso di vita e a formare relazioni affettive è il laboratorio autobiografico di gruppo, spazio in cui i partecipanti, attraverso la narrazione di sé, si riscoprono e riconfermano la propria identità. Nel presente testo vengono proposte metodologie operative per la conduzione di tali laboratori: un'ampia raccolta di esercizi basati sull'uso di poesia, oggetti, miti, letteratura, luoghi e storie fantastiche quali mediatori per raccontarsi saranno particolarmente efficaci per gli operatori che, all'interno di una struttura residenziale, desiderino avvicinarsi alla memoria e ai ricordi delle persone assistite.