La stona economica indiana moderna inizia nel 1947 con l'indipendenza dal Regno Unito. Fino al 1980, l'India ha favorito il controllo pubblico delle imprese e sottomesso quelle private a divieti e licenze. Solo dagli anni ottanta vira verso la liberalizzazione e l'apertura internazionale, che accelerano dagli anni novanta. Fra 1981 e 2005 il tasso di crescita annuo del PIL è aumentato al 6%. Negli anni ottanta e novanta, in media annua, il PIL pro capite è aumentato del 3,9% e del 3,3% e la produttività del 2,5% e deU'i,6°/o, contro lo 0,7% e il -0,5% degli anni settanta. Oggi, l'India ha caratteristiche diverse dalla Cina: i consumi (56,4% del PIL) superano gli investimenti (30,9%) e l'economia si basa sui servizi (54,6% del PIL), mentre l'industria è piccola (27,9%) e meno competitiva. Il peso della povertà mostra che l'India necessita di occupazione diffusa sul territorio e per diversi livelli educativi. La debolezza della manifattura, dovuta ai ritardi infrastrutturali, al peso della burocrazia, alla rigidità del mercato del lavoro e al privilegio verso le piccole imprese, non favorisce questo risultato. Il completamento delle riforme e la modernizzazione delle infrastrutture sono cruciali per un tasso di crescita elevato e per allargare la diffusione del benessere.