«Platone da qualche parte ha scritto (cito dalla mia memoria): "Se uno con la parte migliore del proprio occhio la pupilla guarda la parte migliore dell'occhio dell'altro, vede se stesso".
Credo che sia ora di capovolgere e contraddire questa famosa sentenza, perché essa esprime il centro immaginario del pensiero unico ed egocentrico della nostra civiltà bianca europea. Per far questo propongo di sostituire l'ultima frase "vede se stesso" con "vede l'altro: te".
Questo libro intende mostrare qualche traccia del passaggio dalla considerazione dell'altro, come prossimo umano di ognuno di noi, a quella dell'altro che diventa "tu", nell'orizzonte della coscienza si specie e in modo che essa si sappia definire come assemblea di tutti tu».