Queste pagine parlano del lato astratto della vita: quello ineffabile e sfuggente delle emozioni e degli stati d'animo, dei sentimenti e delle sensazioni. In un intreccio tra malinconia e divertimento si srotolano le avventure del protagonista che riflette, in prima persona, sull'assenza di senso dell'esistenza; oscillando tra l'ironia, il sarcasmo, il giudizio e una patina di nostalgia, dell'animo controverso, paradossale e riflessivo del personaggio principale. Attraverso una'indagine di sfumature di vita e di emozioni sotterranee, questo libro crea un'architettura sentimentale, una mappatura del mondo, che ha l'ambizione di affrontare la profondità della vita con enorme superficialità e viceversa. Ogni dettaglio, descrizione o aggettivo, contribuisce a delineare una visione, grazie all'analisi meticolosa e all'incasellamento maniacale di ogni sfumatura o personaggio. Con sullo sfondo della storia, la presenza costante, metaforica e ingombrante della neve. L'intero significato del libro si potrebbe riassumere nel suo titolo, ermetico e fuorviante: il decanter, infatti, per la sua forma sinuosa ed essenziale, si consolida nell'immaginario di molti come un oggetto dalla indiscutibi
Quando ho finito di leggere questo libro ho pensato a John Lennon quando raccontava di sé: "Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi felice. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita." Luca peró mi ha fatto capire che quel felice ha un significato tanto più profondo quanto etereo.
Luca si presenta con questo romanzo con lo stesso tempismo con cui un medico prescrive l'antibiotico a chi non riesce a riabilitarsi da quella che sembrava una leggera influenza e con la stessa tranquillità con il quale, sempre quel medico, sa che la guarigione è dietro l'angolo.
Luca, al contrario del medico, non vuole curare il nostro corpo ma la nostra anima; o forse non la nostra, ma l'anima della societá moderna: cosi fintamente complessa, inutilmente confusionaria, esageratamente vorticosa, stupidamente frenetica e maledettamente superficiale. Alla fine Luca è un critico d'arte, mica uno psichiatra o un gastroenterologo!
L'insegnamento (la medicina) per me è chiaro: apire i sensi alla bellezza dell'essenziale e all'essenzialità della bellezza.
E se ho recepito l'insegnamento, non devo aggiungere altro, carpe diem.
Grazie Luca
L'estetica del decanter
mitchamohotmailit - 19/06/2019 10:27
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Quando ho finito di leggere questo libro ho pensato a John Lennon quando raccontava di se: "Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi felice. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita." Luca peró mi ha fatto capire che quel felice ha un significato tanto più profondo quanto etereo.
Luca, si presenta con questo romanzo con lo stesso tempismo con cui un medico prescrive l'antibiotico a chi non riesce a riabilitarsi da quella che sembrava una leggera influenza e con la stessa tranquillità con il quale, sempre quel medico, sa che la guarigione è dietro l'angolo.
Luca, al contrario del medico, non vuole curare il nostro corpo ma la nostra anima; o forse non la nostra, ma l'anima della societá moderna: cosi fintamente complessa, inutilmente confusionaria, esageratamente vorticosa, stupidamente frenetica e maledettamente superficiale. Alla fine Luca è un critico d'arte, mica uno psichiatra o un gastroenterologo!
L'insegnamento (la medicina) per me è chiaro: apire i sensi alla bellezza dell'essenziale e all'essenzialità della bellezza.
E se ho recepito l'insegnamento, non devo aggiungere altro, carpe diem.
Grazie Luca
mitchamohotmailit - 20/06/2019 12:15
mitchamohotmailit - 19/06/2019 10:27