Una colonna di granito rosa al Pantheon. A duemila chilometri di distanza, in un Egitto montuoso e desolato, per essere di lì trasportata nel deserto, poi sino al Nilo, disceso in zattera. E attraverso il Mediterraneo caricata su una nave speciale sino a Roma, per venire innalzata assieme alle altre del Pantheon e della Basilica Ulpia. Possenti e stupende come le mille opere di marmo che fecero unica la Roma imperiale. Marmi da ogni parte dell'Impero: giallo ora dalla Numidia, rosso dal Peloponneso, alabastri rosa dall'Algeria, rosso sangue dalla Tebaide. Un film rigorosamente scientifico, ispirato all'arte "Marmora Romana" di Raniero Gnoli, narra dei "cacciatori di marmi" ieri e oggi alla ricerca di giacimenti a volte più preziosi di quelli auriferi, quelli della "pietra che riluce"