Per pagarsi gli studi di recitazione, Lisa lavora in un bar di Manhattan. Una sera conosce Arthur, un giovane medico di pronto soccorso che sembra avere tutte le carte in regola per piacerle, e Lisa in effetti ne rimane subito affascinata. Ma Arthur nasconde una storia che lo rende diverso da chiunque abbia incontrato prima d'ora: possiede un faro, ricevuto in eredità dal padre, una torre battuta dai venti in riva all'oceano nelle cui acque suo nonno è misteriosamente scomparso alcuni decenni prima. Il dono gli è stato fatto a una condizione: Arthur non deve aprire la porta metallica della cantina. Malgrado la promessa fatta al padre, il giovane non trattiene la sua curiosità, spalancando la porta su un terribile segreto da cui sembra impossibile poter tornare indietro. Riuscirà l'amore per Lisa a dargli la forza necessaria per superare le insidie di una folle corsa contro il tempo?
Di Musso avevo apprezzato "Un appartamento a Parigi", un buon romanzo, un onesto lavoro da buon artigiano della scrittura. "L'Istante presente" rappresenta, al contrario, un'opera estremamente deludente. La scrittura è scialba, ripetitiva, superficiale, i dialoghi al limite della decenza letteraria (forse con qualche colpa anche del traduttore. E' un'opera che non smuove sentimenti, che non fa vibrare, che non provoca empatia per nessuno dei personaggi. Un libro ove è evidente la ricerca di una struttura narrativa originale, scritto con la ragione non con il cuore. Una fredda operazione letteraria che lascia indifferenti, delusi. Con la crescente convinzione di non poter in alcun modo far proprio uno scritto che rimane estraneo ad emozioni e palpiti.
CARLO CATTINI - 17/03/2020 23:27