L'ordine animale delle cose è nascosto sotto la superficie del potere umano sul mondo. È il suo contrappunto segreto, innocente, senza io e senza parola. Abitato dal silenzio delle origini, da cui gli uomini sono esiliati, mantiene intatta la forza naturale dello stare al mondo. Antonio Prete ci racconta di animali reali, di animali che sono stati parte della sua vita o l'hanno attraversata con la forza del simbolo, dell'allegoria o della semplice presenza. Un bestiario privato e illuminante, cui l'autore affida la nostalgia di una purezza perduta. O, forse, un sogno: che all'uomo sia riservato "un tempo in cui, deposta infine la pretesa superiorità del genere umano, e appresa dagli animali la forma profonda del pensiero", sia pronto per una nuova, inattesa metamorfosi. Un'evoluzione al contrario.