Anno Domini 476. Nella pianura fra Pavia e Piacenza, una coltre di nebbia ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della Legio Nova Invicta, leggendario baluardo della romanità a difesa di Romolo Augustolo, un ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Ma non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca, formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare Romolo Augustolo insieme a Meridius Ambrosinus, il suo enigmatico precettore, anche a costo della vita.
Si potrebbe definire un romanzo storico, anche se un po stiracchiato e con molta, molta fantasia.
Ha dei pregi considerevoli. Scorre bene, presenta molti personaggi interessanti e momenti intensi e notevoli. Ha inoltre unambientazione buia e decadente che ben si adatta ai giorni finali dellimpero romano.
La rievocazione dellepoca, tra cui laffermazione di Odoacre nella penisola italica e in particolare la situazione britannica, non è niente male. E inoltre lautore ci porta anche nel dominio di Soissons, una provincia romana rimasta isolata e sopravissuta ben un decennio dopo la caduta di Ravenna.
Come ho detto lautore, quanto a fantasia, non si è risparmiato, creando situazioni davvero improponibili nella realtà, a cominciare dalla Legione Nova Invicta. Inoltre lega gli ultimi spasimi di Roma alla Britannia, cercando di gettare le basi per il mito arturiano.
In definitiva non è eccezionale ma si può considerare una lettura piacevole.
Alessandro - 16/09/2018 22:57