Una dolorosa riflessione sulla poesia di Paul Celan, un «amico» scomparso ¿ e sulla scomparsa stessa ¿, che ne pronuncia le parole testimoniali con voce «spettrale», all'interno di quell'intima estraneità che abita ogni relazione tra gli uomini e tra i testi che scrivono. Perché, «Signore e Signori», la poesia non è che «questa parola d¿infinito, parola della morte vana e del solo Nulla».