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L'unico figlio

Anne Holt
pubblicato da Einaudi

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In un gelido e ostinatamente plumbeo febbraio norvegese, l'arrivo di un ragazzino in un orfanotrofio alle porte di Oslo è causa di grande scompiglio. Il dodicenne Olav infatti, sottratto alla patria potestà, pare infinitamente più adulto e cattivo degli altri compagni, e tutti i tentativi di pacificarlo sembrano fallire. Quando Agnes Vestavik, la direttrice dell'orfanotrofio, viene trovata nel suo ufficio, uccisa con un coltello da cucina, e Olav è scomparso, probabilmente dopo aver assistito al delitto, Hanne Wilhelmsen, appena nominata soprintendente di polizia, decide di occuparsi del caso. Cosa che la porterà a scendere per le strade di Oslo, tra il peggior degrado ma anche nell'umanità più dolorosamente viva.

Dettagli down

Generi Gialli Noir e Avventura » Gialli, mistery e noir , Romanzi e Letterature » Gialli, mistery e noir

Editore Einaudi

Collana Super ET

Formato Tascabile

Pubblicato 24/06/2013

Pagine 283

Lingua Italiano

Titolo Originale Demonens dod

Lingua Originale Norvegese

Isbn o codice id 9788806216290

Traduttore M. Podestà Heir

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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L'unico figlio librisenzagloria

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voto 5 su 5 L'unico figlio (1995, ma da noi arrivato nel 2011 con Einaudi) è il terzo romanzo (su dieci) della serie sulla detective Hanne Wilhelmsen, inaugurata con il celebre La dea cieca, vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell'anno. L'autrice Anne Holt, che nella sua vita ha esercitato la professione di avvocato e ha lavorato per la Polizia di Oslo, sa di cosa parla quando ci narra della morte di Agnes Vestavik, direttrice di una casa famiglia di Oslo, nel plumbeo febbraio norvegese. Sa di cosa parla quando scrive delle indagini dell'ispettore capo Hanne Wilhelmsen per acciuffare l'assassinio e ritrovare il dodicenne Olav, indocile orfano dodicenne che è scappato dalla famiglia affidataria. Hanne Wilhelmsen, alter ego sin dal nome di Anne Holt, è da poco diventata supervisore di una squadra di agenti, lei che è più abituata a condurle le indagini che non a coordinarle. L'unico figlio è un romanzo scorrevole, che affonda le mani nel degrado di Oslo come raramente ci viene mostrato. Un degrado non solo fisico quanto psicologico, che si interroga sulle conseguenze della malattia e dell'abbandono persino in quadri idilliaci come quelli famigliari. La capacità narrativa di Anne Holt emerge soprattutto nella sua maniera toccante di drammatizzare i rapporti umani. Sebbene non si interroghi stavolta sugli alti uffici del potere, finisce per denunciare le falle di un sistema giudiziario, quello della "idealistica" Europa del Nord, quando è alleggerito di autorità e appesantito dalla burocrazia...

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