L'opera raccoglie poesie scritte dal 2019 al 2023, comprendendo, quindi, anche il biennio 2020-2021, caratterizzato dalla fase più acuta del Covid 19. A questo allude, infatti, il titolo, in cui risulta evidente la consonanza tra le parole "Lucchetti" e "Lockdown". Altrettanto chiara è l'idea espressa dalle "Ali", simbolo di libertà ed evasione: in quel momento storico così segnato da un diffuso senso di ansia, chiusura, oppressione, prepotentemente quelle "ali" gridavano dentro di noi, trovando sfogo in mille modi, assolutamente personali e declinati secondo le sensibilità di ognuno. Nel mio caso, mi "ancorai" alla creatività della fantasia e della poesia. Ecco perché, soprattutto per il biennio 2020-2021, si alternano nella silloge poesie dal pessimismo più sconsolato ad altre che cercano una forma di resilienza in temi leggeri, addirittura scherzosi, o nella contemplazione della Natura, aprendo un timido varco alla speranza. Una storia, insomma, in bianco e nero, come da sempre e per sempre è stata e sarà quella dell'Umanità.
Maria Cristina Casa è nata a Roma nel 1961. Laureata in Lettere nel 1984 ed in Filosofia nel 1999, dal 1987 insegna materie letterarie in un Liceo Classico. Ha pubblicato quattro antologie poetiche : "Minipoti", Scintille d'infanzia (Ediz. Progetto Cultura, 2010), "S.O.S. Meraviglia", Ferita sul cuore della Terra (Ediz. Albatros, 2011), "Occhi per sentire", Sinestesie della vita (Ediz. Albatros, 2012) e "Istanti", "Poesieri" in fermoimmagine (Ediz. Aletti, 2019). Per le sue poesie si è distinta in diversi Premi nazionali ed internazionali ("Alberoandronico", "San Valentino", "Europa", "Il giro d'Italia delle poesie in cornice", "Unicamilano", "Tiburtino", "CET Mogol" ed altri). Alcune sue poesie sono pubblicate sul sito del "Club degli Autori" e dell'associazione culturale "Carta e penna". Queste le sue opere in prosa: "Sul Parnaso con papà" (Ediz. Vertigo, 2014), una rievocazione della figura paterna, arricchita di documenti epistolari scritti dal padre durante la Seconda Guerra Mondiale (il libro ha ricevuto tre Premi letterari); "Quando il mare profumava di vacanze" (Ediz. Vertigo, 2017), racconto dell'infanzia della mamma, M. Vittoria Zecca Casa, che è al tempo stesso coautrice del testo. Con alcuni Istituti di Roma ha collaborato a progetti didattici volti a diffondere la poesia tra gli studenti. Nel giugno 2014, per i suoi meriti culturali ed artistici, è stata insignita, dall'Università della Pace di Lugano, della laurea Honoris Causa in Storia dell'Arte. La scrittrice ha destinato ai bambini dell'Opera Don Orione in Mozambico parte dei proventi ricavati dalla vendita dei suoi libri.