Con "La Madonnina degli Sleepings", Maurice Dekobra inventa il best-seller internazionale. È il 1925 e con lui il grande pubblico assapora golosamente la vita di un'alta società intravista solo sulle pagine dei giornali illustrati. Dekobra dà l'illusione di accedere ai segreti di un mondo che: "Va di fretta in tutto, persino in amore. Nel "Train Bleu" per la Costa Azzurra si cena insieme senza essersi presentati. Ci si dà l'un l'altro ad Avignone e ci si separa a Tolone". Ma il suo non è soltanto un reportage di costume. Al corrente di tutte le mode e delle principali vicende internazionali, Dekobra non esita a introdurle nella trama, con quello sguardo ironico e distaccato che è l'altra chiave del suo successo. Con quella stessa distaccata ironia che il racconto del protagonista Séliman, principe impoverito al servizio della bellissima e dissoluta lady Diana, riserva all'eminente professore nella nuova scienza psicologica tanto in voga, un po' alter ego di Freud e un po' santone da strapazzo, così come ai magnati dell'alta società britannica e ai rudi rivoluzionari sovietici. E cosa poteva esserci di più piccante che proiettare la capricciosa nobildonna, pronta a danzare nuda per beneficenza, nell'esotica Russia comunista, facendola innamorare di un feroce avversario del capitalismo? Per non parlare delle ultime novità dello spionaggio, come i microfoni usati dai servizi segreti sovietici e dei loro intrighi.