E la notte di capodanno del 1937 all'Hotspot, un night club del Greenwich Village a New York. In fondo a una pista da ballo piccola e vuota, un quartetto jazz suona stancamente. A un tavolo appartato dell'Hotspot, tuttavia, Evelyn Ross e Katey Kontent ostentano senza problemi la loro giovanile e spensierata avvenenza. Evelyn, bionda naturale, capelli lunghi fino alle spalle, è una di quelle tipiche bellezze del Midwest che volgono a un certo punto le spalle alla casa paterna per avventurarsi nella grande metropoli newyorchese. Katey è un'attraente giovane donna di buone letture che, per sbarcare il lunario, sbriga la corrispondenza nello studio legale Quiggin &C Hale. Le due ragazze si sono scolate già una buona dose di gin e, visto che hanno in borsa una decina di centesimi ciascuna e in testa l'idea di continuare a bere, si apprestano a fare gli occhi dolci al contrabbassista o al barista di turno quando si verifica l'"apparizione". Dritto, alto un metro e settantacinque, capelli castani e occhi azzurri, cravatta nera e bellissimo cappotto appoggiato al braccio, un giovane uomo compare sulla soglia. Il giovane è Theodore Grey, detto Tinker, banchiere a Wall Street, con appartamento al 211 Central Park West. In una parola, l'uomo del destino per le due ragazze, colui che le condurrà nella "buona società" newyorchese della fine degli anni Trenta, prima di precipitare nel baratro di una guerra i cui venti spirano già in Europa.
La nostra recensione
Quest'anno i migliori risultati della narrativa sono venuti non dai letterati di mestiere, ma da esordienti: lo conferma il brillante, raffinato romanzo di un cultore dell'arte e del costume del primo Novecento, bostoniano di nascita ma newyorkese d'adozione, che fa rivivere con puntiglio e vivacità il glamourdella Grande Mela dal 1938 al '40, bilanciandosi volutamente tra Fitzgerald ed Hemingway: Manhattan era così improbabile, così meravigliosa, così chiaramente piena di promesse, che avresti voluto avvicinartici per il resto della vita senza mai arrivarci.
La storia, dinamica nello stratificato quadro sociale, parte da uno stravagantetriangolo tra un'impiegata di solide letture ma scarse ambizioni che è l'io narrante, una sua amica fin troppo disinvolta e un giovane dei quartieri alti incontrato per caso, che le introduce nella buona società: l'effetto è come di una trottola che con imprevedibili giravolte cambierà per sempre le loro vite.
Daniela Pizzagalli