La città in riva al fiume

L'Australia di inizio secolo è lo sfondo su cui si dipana questo affascinante romanzo dalla trama fitta di personaggi e avvenimenti e dall'ampio disegno, percorso da una profonda tensione morale. Riflettendo un'acuta consapevolezza dell'ingiustizia sociale, la narrazione segue il protagonista, Tim Shea, nell'arco di alcuni mesi, mentre una serie di eventi, apparentemente slegati, assume via via una valenza sempre più cupa. Tim, emigrato irlandese, è proprietario di una drogheria a Kempsey, una piccola città in riva al fiume Macleay. Dibattendosi fra difficoltà economiche e famigliari, cerca di essere un onesto commerciante, un fedele marito e un buon padre per i suoi figli, ma la sua stessa integrità sembra causargli infiniti guai: le pressioni che esercita sulle autorità perché accelerino l'identificazione dell'assassino di una giovane, trovata nel fiume, la manifesta ostilità verso il governo britannico per la partecipazione degli australiani alla guerra anglo-boera, le discriminazioni e le ipocrisie che egli combatte contribuiscono a renderlo un tipo singolare. La sua vita imbocca un'ulteriore svolta quando si prende cura di un'orfana scampata a un incidente - una bimba dal carattere difficile -, ma il culmine del dramma arriva con la peste bubbonica... Tuttavia il destino riserva ancora alcune carte da giocare agli intrepidi Shea, temprati ma non prostrati dalle avversità. Con una minuziosa ricostruzione dell'atmosfera storica, politica e culturale dell'Australia di quell'epoca, Keneally dipinge un grande affresco in cui spicca la figura di un uomo emblematico, portatore di un messaggio, nonostante tutto, ottimistico: la fiducia nella sopravvivenza dei "buoni" e nell'illuminante esempio che affidano all'umanità.

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