"La classe avversa" è il racconto del disfacimento di un paradigma, quello che vedeva nel modello industriale a gestione familiare il segreto del miracolo italiano. Protagonista di questo romanzo di fabbrica contemporaneo è "il Poeta", figlio e erede di uno dei proprietari dell'azienda, costretto a mostrarsi all'altezza del ruolo che gli spetta mentre studia e sogna di laurearsi in Lettere. Quando il Presidente, azionista di maggioranza, affida l'azienda a un Amministratore delegato che si rivela un tagliatore di teste, sadico e accentratore, vorrebbe fare come Franco, suo amico fin dai tempi del liceo, che si ribella e si licenzia. Ma ha tra le mani una commissione che potrebbe cambiare il futuro dell'azienda e illuminare finalmente il suo successo, anche agli occhi di Laura, giovane impiegata appena arrivata in ufficio. Il rischio è far saltare entrambe le famiglie, quella dove timbra il cartellino al mattino, e quella con cui condivide appena una colazione e un tragitto in auto fino alla scuola. Con questo romanzo disincantato e lucido, in un dialogo immaginario con lo scrittore Ottiero Ottieri, Albertini dà voce e nuova dignità a una corrosione personale e collettiva che il lavoro sembra non essere più in grado di nobilitare.
Qui si parla di donne e alle donne. Davvero, da non credere. Un romanzo industriale (molto buono da quanto ho letto da recensioni più autorevoli delle mie), che si rivolge alle donne e le porta in alto. Non tanto come simulacro da sacrificare o da venerare a mo di stile rinascimentale, ma semplicemente da ascoltare. Una moglie che ti mostra la strada che tu, uomo, ti ostini a non attraversare, perché reputi troppo semplice, troppo facile. Una collega, che con la tipica grazia e generosità femminile, ti aiuta e gioisce senza invidia dei tuoi successi, ma soprattutto ci crede. Il sodalizio tra due donne rivali. Sì, perché anche la rivalità femminile sa riconoscere un terreno comune su cui scontrarsi, ma anche incontrarsi, e quando viene fuori che cè qualcuna di troppo, una donna sa cambiare strada. Insomma, a me questo libro è piaciuto soprattutto perché parla a noi donne, oppure parla di noi donne agli uomini con delicatezza e da un punto di vista galante. Mi chiedo come un imprenditore (perché immagino sia un po autobiografico questo libro) possa conoscere così bene luniverso femminile.
mari6n3 - 16/04/2020 10:49