È il 21 di ottobre del 1301. Dante Alighieri parte alla volta di Roma, per dar voce alla sua città presso la Santa Sede. L'ambasciatore Dante non si cura del proprio aspetto, non ama i segni esteriori del potere, diffida persino dei suoi compagni di delegazione, Maso Minerbetti e Corazza da Signa. Solo, schivo, accompagnato soltanto dai suoi crucci e dalle pagine dell'amato Virgilio, il poeta giunge a Roma sotto un cielo gravido di pioggia, sulle onde di un Tevere in piena. Lo accoglie una città di monumenti in rovina e di splendide dimore, terreni incolti e strade formicolanti di umanità. Una città divisa in quartieri fortificati ove, dalle loro torri erette sui ruderi delle costruzioni imperiali, dominano le famiglie patrizie. Un crogiolo ribollente di tensioni, lotte intestine, complotti. E su tutto l'ombra minacciosa di Castel Sant'Angelo, la fortezza imprendibile di papa Bonifacio VIII. Ma un presagio funesto grava sin dall'inizio sulla sua missione: i cadaveri di alcune giovani, scoperti a brevissima distanza di tempo, orribilmente sfregiati e con i segni inconfondibili di mutilazioni rituali. Dante non ha alcun titolo per indagare nella città straniera: è solo la sua ansia di giustizia che lo spinge a promettere alla madre di una delle vittime di scoprire l'assassino della figlia, di vendicarne la carne oltraggiata. Non sa di aver solo sfiorato la palude del male, dove anche la sua anima sarà sul punto di perdersi, trascinata nella selva oscura del dubbio, dell'oscurità, della disperazione. Le porte dell'inferno hanno cominciato a dischiudersi: in un antico mausoleo viene alla luce il corpo, perfettamente conservato, di una donna. Si tratta forse dei resti della leggendaria papessa Giovanna, colei che salì al soglio di Pietro secoli prima celando al mondo la sua natura femminile? Mentre le autorità cittadine cercano di tenere sotto silenzio lo scandaloso ritrovamento, la notizia - con tutto il suo potere di suggestione - si diffonde egualmente in mezzo al popolino superstizioso... In una Roma disfatta, feroce, miserabile, Giulio Leoni costruisce un intrigo elaborato e sinistro. Da un passato che fu lucente di gloria arrivano echi spaventosi, credenze che si pensavano sepolte, superstizioni demoniache. Dante si muove, come sempre risentito e severo, per preservare la propria integrità morale e una sensibilità dolorosamente acuta dal mondo corrotto e violento che lo circonda. Un eroe che sempre di più, pur nel rispetto della verità storica e dell'immagine che ce ne è stata tramandata, sì rivela ricco di simpatia umana e vicino alle nostre lacerazioni contemporanee.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 06/05/2023 10:12
3/
5
Il 21 ottobre del 1301 Dante Alighieri parte per Roma in veste di amabsciatore per dar voce alla sua città presso la Santa Sede. Unica compagnia lungo il viaggio è offerta dalla lettura delle pagine dell'amato Virgilio, e dalla scrittura del suo manoscritto dal quale non si separa mai. Nella capitale Dante si trova alle prese con una serie di violenti omicidi, quello di alcune giovani orribilmente sfregiate e con i segni inconfondibili di mutilazioni rituali, per mano dell'ennesimo Jack lo Squartatore ante litteram.
Queste le premesse de "La crociata delle tenebre" (2007, Mondadori), quarto thriller storico (di otto) che vede il sommo Poeta nell'insolita veste di investigatore, e scritto da Giulio Leoni.
Le descrizioni sono molto realistiche, dalle tinte cupe e angoscianti che ben ritraggono il dischiudersi delle porte dell'inferno qui sulla Terra. La detection risulta però appesantita per larga parte dalle dissertazioni storiche e dagli approfondimenti filosofici e religiosi.
La figura di Messer Dante degli Alighieri è sicuramente la meglio riuscita, egli è dipinto, fortunatamente, non come un eroe dei nostri tempi, ma con la lente (spesso impietosa) della sua epoca...
La crociata delle tenebre
Anonimo - 15/08/2012 02:16
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5
Romanzo dalla trama debole e delirante, privo di suspense e appesantito da dissertazioni filosofiche e riferimenti storici da trattato. Non è quello che mi aspettavo da questo libro. Giulio Leoni è abile nelle descrizioni di una Roma antica, fredda e inospitale ma pecca nell'atto della sapiente miscelazione degli elementi a disposizione, mandando a zonzo Dante per l'Urbe senza una meta e uno scopo. Il risultato è tiepido ed invoglia lo sventurato lettore a saltare tutto il corpo centrale della struttura (oltre 250 pagine, dove non accade assolutamente nulla) per leggere un finale scialbo, insipido ed inverosimile. L'intero libro non è altro che una raccolta di citazioni latine, di versi in volgare e di cenni storico-politici dell' epoca, infarciti di dottrine cristiana e non. Se non si ha niente di meglio da leggereâ¿
La crociata delle tenebre
Cino - 31/10/2007 20:56
4/
5
Giulio Leoni, dimostra ancora una volta di essere un maestro del genere thriller-storico.
La quarta avventura di Dante si presenta come la più completa nel tratteggiare un periodo della nostra storia in bilico tra religione/ragione/superstizione.
Il Dante Leonino, esce dagli schemi anchilosati del Dante Scolastico, diventa un personaggio quanto mai vivo e vitale.
In poche parole, un libro da non perdere.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 06/05/2023 10:12
Anonimo - 15/08/2012 02:16
Cino - 31/10/2007 20:56