Al volume è stato dato volutamente il titolo stravagante "la cupella" che potrebbe affascinare soltanto coloro che ancora vivono nell'agro romano addetti ai lavori agricoli che come nel passato si dissetano bevendo a garganella il liquido contenuto nella cupella. Nel secolo scorso, la cupella contenente il vino (5 litri) costituiva un punto di richiamo gioioso per gli stornellatori che si cimentavano nelle gare. I testi contenuti nel volume sono un motivo di orgoglio personale dello autore per la narrazione di fatti personali realmente vissuti, nonché per i racconti di vari aneddoti storici anche divertenti di storia paesana. Nel libro sono raccolti vari sonetti e poesie anche dialettali molto apprezzabili per il pregio di fantastica ispirazione del poeta autodidatta dall'estro reale e fantasioso.