Una specie di racconti del maresciallo, ma di ambientazione francese, e nell'epoca della Monarchia di luglio di Luigi Filippo. Senza i buoni sentimenti della provincia italiana, quindi, con intrighi da sciogliere per via razionale e finali duri, quasi crudeli. Martial Langlois, vecchio ufficiale napoleonico, passato a servire il nuovo stato tra le alpi del Mezzogiorno francese, al comando della locale brigata della gendarmeria, combatte il delitto tra i villaggi isolati di contadini di carattere chiuso, brutali e sanfedisti, nei castelli di una nobiltà che gusta la rivincita, contro briganti sanguinari. Usa la sciabola di preferenza al fucile, cavalca pericolosamente tra gli anfratti e gli orridi, annusa le trame criminali in sperdute locande che sanno di botte e schiume di vino, sceglie la collaborazione dei cavalli anziché quella degli uomini, e chiude i casi con una sua rapida giustizia. Ciò che persegue in realtà, è un suo impegno antiaristocratico: un poliziotto tardo-giacobino che lotta contro assassini e loschi traffici sognando di combattere l'Ancien Régime.