Faye sembra avere tutto. Un marito perfetto, una figlia adorabile e un lussuoso appartamento nel quartiere più elegante di Stoccolma. Ma, al di là della superficie scintillante, è una donna tormentata dai ricordi legati al suo oscuro passato a Fjallbacka, una donna che sempre più si sente prigioniera di una gabbia dorata. Un tempo era forte e ambiziosa. Poi è arrivato Jack, il marito, e lei ha rinunciato alla sua vita. Jack non è un uomo fedele, però, e quando Faye lo scopre, il suo mondo va in pezzi. Non le resta più niente, è distrutta. Fino al momento in cui decide di passare al contrattacco e di vendicarsi in modo raffinato e crudele... Faye non è certo la prima donna al mondo a essere stata umiliata dal marito, trattata come una stupida e costretta a lasciare il posto a una più giovane e piacente. Ma per lei è arrivato il momento di dire basta: «Unite siamo forti, non ci rassegneremo mai più al silenzio.»
Definita come la regina del thriller europeo Camilla Läckberg è di origini svedesi ed è nata a Fjällbacka il 30 agosto 1974.
Non si ferma solo ai libri gialli anche se la sua serie più fortunata, apprezzata e conosciuta è quella con protagonisti Patrik Hedström ed Erica Falck. Ha composto infatti anche molti libri di cucina, saggistica e soprattutto romanzi per l’infanzia. Ed è proprio durante la più tenera età che manifesta la sua propensione per la scrittura, quando a soli cinque anni compone una storia con
Il mio incontro con questa narratrice svedese è avvenuto nel 2010, con La principessa di ghiaccio, romanzo edito da Marsilio e che ha segnato il suo esordio in terra italiana. Ricordo che allepoca apprezzai sia la trama che lo stile, tanto che scrissi una recensione positiva. In seguito sono uscite nel nostro paese altre opere della Läckberg che, però, non ho letto, preferendo per i gialli e i noir i lavori di Georges Simenon. Questanno, nel periodo di forzata clausura a causa del Covid 19, ho pensato di trascorrere il tempo leggendo molto e così casualmente mi sono caduti gli occhi su La gabbia dorata, memore della positiva trascorsa esperienza. Però, non potevo capitare peggio, tanto che, incapace di arrivare alla fine e quindi troncata la lettura dopo un centinaio di pagine, mi sono chiesto se lautore fosse la stessa la Carlotta Camilla Läckberg della Principessa di ghiaccio, perché i due romanzi sembrano scritti da persone diverse. In particolare in La gabbia dorata, a parte la modestia della trama, ci sono caratterizzazioni che definire mal realizzate è un eufemismo, ma anche lanalisi logica dei periodi denota quasi uno stato confusionale della narratrice, che non manca anche di spunti di carattere sessuale piuttosto volgari. Basta, mi sono detto, e il libro è finito nel pattume. Mi è dispiaciuto, ma più per i soldi spesi male, che per la pessima prova della Läckberg.
La gabbia dorata
anna marini - 30/05/2019 19:13
1/
5
Non sembra nemmeno un giallo perchè quasi dall'inizio sappiamo ciò che accadrà. La serie di romanzi della Lackberg, pubblicata fino ad ora, rispettava le caratteristiche del genere:colpi di scena, finale a sorpresa,questo romanzo, invece, è prevedibilissimo e non crea alcuna suspence. Se l'autrice continuerà con questo genere penso che non leggerò più i suoi libri.
Renzo Montagnoli - 06/10/2020 17:11
anna marini - 30/05/2019 19:13