In questo ciclo di conferenze, il premio Nobel Richard Feynman, parlando a braccio sulla scorta di poche note, racconta a studenti di varia provenienza, con scarse conoscenze matematiche, in che cosa consiste il lavoro del fisico teorico. Il suo intento non è però di divulgare i contenuti della fisica (ché, tanto, senza equazioni nessuno «potrà mai far capire la natura a "quelli dell'altra cultura"») ma di mostrare il modo in cui essa procede e di rendere in qualche misura consapevoli anche i profani del valore intellettuale dell'impresa. E lo fa col suo stile immediato e antiretorico, senza vaghe affermazioni qualitative, sulla base di esempi concreti tratti dalla fisica di ieri e di oggi, analizzati quanto basta per mettere in luce l'essenza del metodo. Al lettore più esperto non sfuggiranno le osservazioni sottili, le intuizioni profonde di cui questo libretto, come ogni scritto di Feynman, è ricco: dalla dimostrazione einsteiniana della località delle leggi di conservazione all'analisi del significato della termodinamica, alle considerazioni finali sul futuro della fisica.
L'ho finito di leggere stamattina, quando per un imprevisto ho dovuto ritardare l'usuale inizio di una giornata di lavoro.
Così sono passato dal secondo capitolo, che tratta delle relazioni fra la matematica e la fisica, ai successivi senza sforzo, quasi senza accorgermi del tempo.
E' un peccato che l'ultimo capitolo sul futuro sia stato scritto in un periodo in cui molte delle scoperte che caratterizzano la fisica odierna dovevano essere ancora fatte, ma per il resto la lucidità, la globalità, il punto di vista così alto con cui Feynman affronta il tema di cosa sia una legge fisica, finendo per percorrerle tutte, senza scivolare in dimostrazioni che necessariamente risulterebbero astruse al lettore, ma anzi mettendosi in dialogo con lo stesso, meritano non una ma cento letture.
Paolo Forin - 18/10/2005 18:31