In un libro straordinario, arricchito da un inserto fotografico e da un'aggiornata cronologia, l'autobiografia di un uomo d'eccezione, il quattordicesimo Dalai Lama, e la testimonianza della tragedia in cui versa il suo popolo, vittima di un silenzioso genocidio iniziato con l'invasione cinese del Tibet nel 1950. Da allora, infatti, ai tibetani è negato il diritto all'autodeterminazione, è stata tolta la libertà religiosa e d'espressione e ogni atto di presunta "insubordinazione" è punito con la morte o con disumane torture in carcere. Solo recentemente questa "emergenza" ha attirato l'attenzione dei più, grazie a concrete iniziative a livello internazionale promosse da numerosi gruppi di sostegno sorti ovunque. Con la saggezza e la serenità che emanano dalla sua figura, il Dalai Lama, Premio Nobel per la pace 1989, offre un alto esempio di impegno civile e morale ergendosi a paladino della causa della sua gente attraverso una ferma politica di non violenza.