Questo scritto di Lina Merlin nasce e viene oggi pubblicato per la prima volta grazie ai legami d'affetto e di stima reciproca fra alcune donne: è infatti una nipote di Lina, Franca Zanibon - da lei cresciuta e amata come una figlia - che convince la Merlin, ormai anziana e lontana dai luoghi della politica attiva, a ripercorrere tutta una vita di impegno e di lotta per la libertà e l'uguaglianza. E' poi un'altra donna, la senatrice socialista Elena Marinucci - compagna di partito della Merlin e a lei vicina per ideali e pratica politica - a riscoprirlo dopo più di venticinque anni e a promuoverne la pubblicazione. "La mia vita" è il racconto lucido ed essenziale di una esperienza politica femminile non comune nella storia italiana: dall'infanzia nel Polesine, in cui Lina rintraccia le radici del proprio amore per la giustizia e la parità sociale, al precoce ingresso nel P.S.I. dove i suoi ideali pacifisti e antifascisti trovano spazio per l'azione; dalla dura esperienza del confino politico in Sardegna all'attività clandestina durante la Resistenza a Milano; dall'impegno nella ricostruzione nella ricostruzione del tessuto sociale e politico della giovane Repubblica, alle bataglie parlamentari contro ogni forma di sopraffazione e corruzione, di cui la battaglia per l'abolizione delle 'case chiuse' non è che l'ultimo, fondamentale capitolo. Il coraggio e la consapevolezza del proprio valore non l'abbandonano mai, anche se le procurano spesso amarezze e ostilità perfino tra le fila della sinistra; anticonformista, tagliente e spiritosa Lina Merlin non risparmia critiche e denunce neppure ai militanti e dirigenti del suo partito, ogni volta che li giudica troppo subalterni alla logica degli 'apparati' e dei compromessi, o corrotti dal gioco di potere.