Da sempre era stata la sua ombra; per i primi anni Marco non seppe nulla, ma Lei, sin dalla cruenta morte della madre, era stata costantemente presente. Poi un giorno, alla torre solitaria, si rivelò. Da allora, più e più volte si rese visibile e, inevitabilmente, iniziò a dialogare con Marco sugli aspetti dell'esistenza, incalzata dalle mille domande di lui. Così nei momenti più critici della sua vita, in una sorta di presenza quasi salvifica, Lei c'era. Dopo la dipartita del nobile Goffredo, suo mentore, Marco - oramai diventato Templare - iniziò il suo difficile viatico come cavaliere e incontrò così quello che diventerà il suo grande amico: Matteo. Nel testo un "Personale Testamento sull'Amicizia."