«Il mio lupo mi ha tagliato la strada un pomeriggio d'estate a pochi chilometri da casa. È balzato nella provinciale all'improvviso, ma calmo, e l'ha attraversata con un passo lento e sicuro, quasi a non sfiorare l'asfalto. Si è voltato a guardarmi, ci siamo fissati un istante, il tempo di lasciarmi un messaggio, e come un angelo è sparito, infilandosi nella vegetazione fitta oltre la cunetta. Mentre tutto sembrava insuperabile, il lavoro finire, il fallimento chiudere il cuore in una morsa, le amicizie allontanarsi, mentre la vita sembrava collassare su se stessa, un lupo è apparso come un lampo di luce alle porte del mio inferno personale. La sua apparizione senza senso, in un luogo strano, a un orario altrettanto strano, mi ha donato una grande fiducia nel futuro, nonostante nulla in quel momento sembrasse avere soluzione. Ma io gli ho creduto, ho stretto i denti. A volte gli angeli custodi assumono strane sembianze».
Si è messa sulle tracce dei lupi da studentessa di Scienze Naturali, quando come tesi doveva cercare segni di presenza del lupo per studiarne la genetica. Non li ha più lasciati. Oggi Mia è una "lupologa", ed è una delle più preparate. Tra le sue attività, è impegnata anche a insegnare alle persone a convivere con l'animale di cui gli uomini hanno una paura ancestrale e un'attrazione infinita.
L'esperienza personale di Mia si intreccia con la storia più grande del lupo in Italia, ed è il racconto di un amore sconfinato, di cuccioli salvati e rimasti nel cuore, come Achille, e di altri perduti, un amore a volte corrisposto, a volte no. Ed è anche la storia di come i lupi le hanno insegnato a seguire la strada della libertà.