Può essere spiacevole per chi la vive, ma assolve una funzione fondamentale nell'evoluzione della specie. I timidi sono attenti e sensibili, a volte possono esagerare con la cautela, ma raramente si sbagliano a percepire il pericolo. Per questo non si sono mai "estinti". La loro prudente ritrosia compensa la sventata audacia dei coraggiosi e l'arroganza dei sicuri di sé. Del resto non tutte le culture penalizzano la timidezza, e in alcuni periodi storici essa è stata considerata una virtù. Su questo tema, cui di recente la psicologia ha dedicato molti studi, fa il punto questo libro.
La timidezza è senza dubbio una virtù. Io ho 38 anni e talvolta sono fortemente timida, alternando questo mio stato con forte sicurezza di me. Analizzando la cosa ho capito che la mia timidezza si manifesta di fronte a qualcosa di grande (che appartiene ad una persona), o che percepisco più grande di me, in senso di obiettivi raggiunti. Per esempio posso provare un forte senso di soggezzione di fronte ad un insegnante di un'arte, od ad un vecchio saggio. Insomma la mia timidezza è un riconoscimento che porto dinanzi a chi se lo merita, è un " togliermi il cappello" dinanzi a chi ha faticato per raggiungere una posizione attraverso vie oneste.
Anonimo - 07/03/2009 19:43