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Madeleine Hanna era l'unica laureanda a non aver capito. Siamo, significativamente, all'inizio degli anni Ottanta, e mentre tutti gli altri attorno a lei leggono Roland Barthes e studiano lo strutturalismo ("la prima cosa che profumava di rivoluzione"), Madeleine rimane felicemente attaccata a Jane Austen, George Eliot e Henry James. Un po' troppo elegante per i gusti dei suoi amici bohémien, Madeleine è la studentessa perfetta e avvenente la cui vita amorosa non è mai stata all'altezza delle proprie aspettative. Ma ora, all'ultimo anno di università, si è iscritta al corso di semiotica: visto che tutti ne parlano, sedotti e affascinati, vuole almeno capire di cosa si tratta. Non sa che da quel momento, indipendentemente dallo studio, per lei vita e letteratura non saranno più le stesse. Tutto cambia quando, imbattutasi nei "Frammenti di un discorso amoroso" ed essendone rimasta folgorata, decide di cedere al fascino di Léonard Bankhead, un giovane dallo strano carisma che soffre di profonde crisi depressive, fino a convincersi di esserne davvero innamorata. Ma siccome la vita spesso sembra giocare con quei romanzi che Madeleine ha tanto amato, ricompare anche all'improvviso Mitchell Grammaticus, un vecchio amico che ha preferito dedicarsi allo studio delle religioni, ossessionato dall'idea che Madeleine è la donna della sua vita. Nel corso di un anno, da quando si laureano e muovono i primi passi nel mondo, si vedranno costretti a rimettere in discussione tutto quello che hanno imparato...
La nostra Intervista
Non capita spesso di parlare al telefono con uno dei più famosi scrittori americani anzi mondiali viventi. Per cui abbiamo bandito la nostra soggezione e dopo aver calcolato che le tre pomeridiane di New York equivalgono alle 9 di sera italiane, alle 21 spaccate abbiamo composto il numero. Suonava libero. "Pronto Jeff, sei tu?" "E sì, era lui. "Can your hear me Jeff?" "Yes, I hear you". A questo punto, è cominciato l'interrogatorio, da un lato noi con voce emozionata e tremante, dall'altro lato dell'oceano nientemeno che Mr. Jeffrey Eugenides.
Dunque, i giovani protagonisti del tuo romanzo studiano alla Brown University, la stessa università che hai frequentato. Anche gli anni, Ottanta, sono gli stessi. Ci sono elementi autobiografici in "La trama del matrimonio"? "Sì, è vero ho frequentato quel college e quindi ricordo quei tempi e quei luoghi molto bene. Ma la storia è inventata. Nel libro non racconto nulla che sia successo esattamente in quel periodo. Mi sono basato soprattutto sui ricordi molto forti che ho delle cose e dei libri che ho letto, di quei tempi. Ci sono ruoli minori ispirati a persone e insegnanti che ho incontrato, ma per quanto riguarda i personaggi principali 'La trama del matrimonio' non è un romanzo davvero autobiografico come invece potrebbe sembrare."
E quindi che cosa farebbero Madeleine, Leonard e Mitchell oggi, a 50 anni? "Non farebbero niente. Perché ora non esistono. Loro esistono soltanto nel mio romanzo."
A chi consiglieresti di leggere "La trama del matrimonio"? "Spero che piaccia a tutti! Mi auguro che il romanzo piaccia a diversi tipi di persone: ai ragazzi, a tutti quelli che stanno andando all'università adesso e a quelli che ricordano quei giorni. E alle persone che amano leggere libri per trovarci storie ed emozioni - spero - interessanti. E' un romanzo che tratta tematiche vicine ai giovani, ma è ambientato nel passato, quindi credo che un gran numero di lettori potrebbe trovarlo piacevole. "
Ciao Jeff, e grazie di tutto. Ora torniamo a leggere.
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