Anna e Giovanni, lei adolescente taciturna e attonita, lui più piccolo e fragile, escono dal collegio di suore per trascorrere una vacanza in famiglia, nel paese sul mare dove vivono il padre e la matrigna. E' un'estate speciale: quella del 1943. L'Italia, fascista ancora per poco, è sospesa tra due guerre e divisa. Si fa largo un pesante malessere, nonostante l'indolenza dei giorni estivi e l'ottimismo spavaldo di chi vuol credere a tutti i costi in una vittoria sempre più lontana. Il sole che brucia la pelle, le gite in pattino, l'appuntamento quotidiano ai bagni Savoia dove Anna comincia a guardare il mondo e farsi guardare: il rombo degli aerei che passano per bombardare chissà dove è una breve parentesi che intacca appena la tranquilla cerimonia estiva. Ma basta poco perché Anna decida di diventare adulta: e lo fa entrando nel gioco delle parti senza apparente emozione, spogliandosi velocemente di fronte all'ebete incredulità di uomini giovani e vecchi. Gli incontri fuggevoli sulla spiaggia con i ragazzi che fanno a gara a chi è più cattivo sono solo gli ultimi fuochi di una libertà da bruciare in fretta, prima di tornare in collegio, al riparo dalla vita e dalla guerra. In questo suo primo romanzo, Dacia Maraini racconta in modo spoglio, con sguardo fermo e oggettivo, la breve stagione di una ragazzina che vuole fare i conti con gli altri, subito e senza finzioni. Anna affronta l'amore - quello vissuto dai grandi - come un rapido incontro, molto silenzioso e un grumo di pensieri nella testa, e usa il corpo denudato quasi fosse un velo ultimo ai segreti che si porta dentro. A distanza di molti anni dalla prima uscita, "La vacanza" si rivela come l'opera di un'esordiente eccezionalmente dotata. "Quella ragazza, - scrive Dacia Maraini parlando di una se stessa così lontana da poter essere guardata quasi come un'estranea, - a diciassette anni ha cominciato a scrivere un romanzo asciutto e ruvido che ha voluto chiamare "La vacanza", ma non nel senso di uno [...]