«Ogni famiglia ha uno scheletro nell'armadio» scrive Simenon in epigrafe a questo romanzo. Nel caso della famiglia in questione lo scheletro è un segreto che lega da anni due sorelle. Un segreto che, rimosso e purulento, non può che trasudare odio. Tant'è: il collante che tiene uniti, nella solida dimora borghese di Bayeux, le figlie del notaio Lacroix, il marito di una di loro e i rispettivi figli è unicamente l'odio, un odio così spesso e pesante che sembra di poterlo toccare, un odio che si esprime attraverso sguardi, ammiccamenti, bisbigli - ed esplode non di rado in violente scenate. Ma l'odio suscita anche desideri di vendetta, e nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Una volta penetrato in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti, il lettore vi rimarrà invischiato, e non potrà che andare avanti, tra fascinazione e orrore.
Strana famiglia quella delle sorelle Lacroix: Matilde, sposata con un pittore vanesio che sta pressoché tutto il giorno rintanato nel suo atelier, con due figli, Jacques insofferente della vita monotona che caratterizza la casa, e Genevieve, una mistica che si è messa in testa di morire al compimento del diciottesimo anno; Leopoldine, coniugata con un tubercolotico che non cè mai, perché sta sempre in Svizzera a curarsi, e la figlia Sophie, poco presente, quasi una figura di contorno. Ciò che caratterizza però queste persone è lodio insanabile fra le due sorelle, che ha un origine ben precisa e che verrà svelata nel corso della narrazione (e non sarò di certo io a parlarne per non togliere ai lettori il piacere della scoperta). In realtà quella è una famiglia in cui lodio è il motore per poter continuare a vivere, per consentire un permanente stato di tensione che è quasi una droga per le due sorelle. La vicenda è semplice nel complesso e cè anche una tendenza a colorarla di giallo, senza che necessariamente vi sia un morto ammazzato.
Simenon, come sua caratteristica, fornisce un quadro di una famiglia borghese, in cui accanto allodio è presente uno squallore che turba chi legge, anche perché la caratterizzazione dei personaggi e la fine analisi psicologica sono ai massimi livelli.
Le sorelle Lacroix sono delle figure, in negativo, difficilmente dimenticabili, un colpo da maestro del romanziere belga, verso le quali tuttavia mostra un atteggiamento di pietà, perché sono due esseri che per vivere hanno bisogno di odiarsi.
Da leggere, senza dubbio.
Renzo Montagnoli - 06/09/2023 16:28