Dopo un lungo viaggio in Afghanistan, l'attrice e regista Corinne Jaber decide di mettere in scena a Kabul Pene d'amor perdute di Shakespeare. Il primo scoglio che deve affrontare è il testo, non esistono infatti traduzioni in Dari dell'immortale poeta inglese. E poi bisogna trovare gli attori: sfilano davanti agli occhi di Corinne e dei suoi collaboratori persone dalle più diverse provenienze sociali, tutte disposte a rischiare, e molto, pur di realizzare un sogno. Ci sono anche le donne, consapevoli dei pericoli cui vanno incontro in un Paese in cui mai si è vista una donna sul palcoscenico insieme agli uomini. Grazie al coraggio e alla passione di tutti, in mezzo a mille difficoltà, Pene d'amor perdute prende forma, gli attori si rivelano geniali, e capiscono che il grande e lontano Shakespeare ha scritto una commedia "afghana", tanto la sua ironia, la leggerezza e la poesia sono vicine alla loro cultura. Ma in che modo verrà accolta la commedia in un Paese dove guerra, violenza e discriminazioni sono all'ordine del giorno?
La nostra recensione
Nel 2005, quando la cacciata dei talebani sembrava aprire in Afghanistan prospettive di normalizzazione e democrazia, l’attrice francese Corinne Jaber riuscì a radunare una compagnia di attori e attrici di Kabul per rappresentare “Pene d’amor perdute” di Shakespeare. Un’impresa eccezionale e irripetibile, tra mille difficoltà logistiche, economiche e culturali, raccontata come un avvincente romanzo dall’interprete afgano e da un giornalista che collaborò alla trasposizione del testo per renderlo accessibile in una cultura tanto diversa. La realizzazione di un sogno ha sempre qualcosa di magico, e la cronaca assume una dimensione portentosa, soprattutto nella trasformazione avvenuta a poco a poco negli attori reclutati, dapprima scettici e diffidenti, poi partecipi ed entusiasti. Shakespeare era sconosciuto in Afghanistan, dove anche solo il concetto di teatro era di difficile comprensione, per questo la scelta del testo era stata laboriosa e, pur avvalendosi di una traduzione persiana, la commedia era stata adattata al gusto afgano, senza però venir meno allo spirito shakespeariano, che ha dimostrato una volta di più di essere veramente universale. Dichiarano gli autori del libro: “Pene d’amor perdute è diventatol’emblema di un momento straordinario di speranza e l’istantanea fugace di ciò che l’Afghanistan potrebbe diventare”. Daniela Pizzagalli