Leonardo & io

Forte del singolare e prestigioso avallo dello storico e critico inglese Richard Schofield, che lo ha definito "il più leggibile degli autori", Carlo Pedretti ha finalmente deciso di fare il punto, anche per il grande pubblico, di oltre mezzo secolo di studi dei codici e delle opere di Leonardo da Vinci, in un libro che è un entusiasmante, sapiente e meditata circumnavigazione dell'arcipelago biografico e artistico leonardesco, con soste prolungate e accuratissime ricognizioni in quasi tutte le isole e in diversi luoghi della stessa isola. E proprio come in un classico "Isolario" d'inizio Cinquecento, l'autore svolge in modo magistrale il proprio ruolo di guida raccontando non solo le scoperte da lui fatte nel corso di un'assidua e feconda frequentazione del territorio, ma anche il lungo e avventuroso viaggio che le ha rese possibili. Così la lettura delle opere d'arte, dei disegni, degli schizzi e dei testi di Leonardo, nonché l'inventario del suo patrimonio conoscitivo e delle sue fonti, vengono costantemente supportati da una meticolosa ricostruzione sia delle tappe salienti dell'itinerario di ricerca (con le cadenze tipiche dell'autobiografia intellettuale), sia del contesto sociale, politico e culturale in cui quei frutti del genio e dell'ingegno individuale risultano storicamente inscritti. A tale scopo, il metodo adottato è quello di presentare al lettore un ricchissimo campionario di autocitazioni (saggi, articoli ormai dimenticati, e soprattutto lettere e altre fonti private) e di brani tratti da libri o documenti di ogni genere (storiografico, letterario, diaristico, epistolare), tutti godibilissimi e ineccepibili sotto il profilo della pertinenza argomentativa, quasi a voler ribadire la propria fedeltà a un adagio eletto fin dall'inizio a personale chiave di ricerca: "Non c'è nulla di più inedito della carta stampata". Ma nel quadro di questa opera corale, a mezza via tra la sistematica collectanea e la summa enciclopedica, quasi in ogni pagina brillano ipotesi folgoranti, intuizioni irresistibili, se non vere e proprie novità interpretative e autentiche scoperte, una delle quali viene proposta, quasi con deliberata noncuranza, addirittura nell'epilogo dove l'autore indugia a cuor leggero in un accattivante e toccante rassegna di private esperienze ed emozioni. E così anche per questo libro, come per ogni sua altra pubblicazione - dalle opere divulgative alle imponenti edizioni critiche del lascito leonardiano -, vale il giudizio espresso da Leo Steinberg in una recensione oltre trent'anni fa: "Il fascino essenziale del testo, con l'abbondanza sparsa di osservazioni e congetture, è la sua straordinaria somiglianza con un foglio di studi dell'artista dal quale Pedretti è stato attratto fin dall'infanzia. Nessuna sua parte occorre che sia finita, ma ogni sua parte rivela qualcosa della mano di un maestro all'opera e al gioco".

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