Castello di Amboise. Leonardo da Vinci è disteso sul letto di morte. Delira, confessa. Segreti, visioni, ricordi. Accanto a lui, Francesco Melzi, l'ultimo giovane compagno di una vita geniale e sregolata. Ma è Salai che Leonardo vorrebbe al suo capezzale, l'allievo prediletto, il traditore. La fuga delle idee e della vita; frammenti di tempo contato raccolgono realtà e illusione, le intrecciano all'ultimo respiro di morte. L'accusa di sodomia, l'arresto e il carcere da giovanissimo, la ricerca disperata dell'affetto paterno, l'incapacità di comunicare con la madre, l'orgoglio, la pessima reputazione, il disprezzo di Michelangelo, l'invidia per il giovane Raffaello. Il Leone ardente ritratto nei Taccuini, s'arrende di fronte al corso delle cose.
Leone ardente o la confessione di Leonardo da Vinci
Anonimo - 16/01/2008 00:25
4/
5
Il racconto inizia in modo confuso, ma di quella confusione di cui sono fatti i sogni. Narra degli ultimi anni della vita di Leonardo,un grande genio che, nella finzione letteraria, tra ricordi, flash-back, rivelazioni, si mostra in tutta la sua umanità. Nessuno sconto sulle sue debolezze, forse per questo sembra così verosimile.
L'ho letto in breve tempo. Anche la forma è curata. Forse un po'alto il prezzo di copertina, ma penso valga la pena leggerlo.
Leone ardente o la confessione di Leonardo da Vinci
Anonimo - 05/11/2007 14:09
3/
5
Una biografia romanzata che è riuscita a coniugare, secondo me, realtà storica e finzione letteraria. Il testo è ben scritto, scorrevole, intrigante. A volte, nel tentativo di rendere al meglio l'umanità del grande genio italiano, l'autore sembra scadere nel pettegolezzo fine a se stesso, ma ritengo sia solo il modo per delineare i contorni di una figura (Leonardo) sempre avvolta in un alone di mistero. Buon libro. Lo consiglio a tutti.
Anonimo - 16/01/2008 00:25
Anonimo - 05/11/2007 14:09