Opera finalista al Premio 1 Giallo x 1.000 terza edizione
"La conosci quella del tizio senza gambe e senza un braccio che dopo aver tentato il suicidio decide di darsi una seconda opportunità e parte per un viaggio intorno al mondo?". Inizia con questa frase il racconto apparso sul blog di uno scrittore che narra la storia di Paco Ezquievel, un artista sudamericano che riesce a trovare il senso della vita nonostante la grave menomazione da cui è affetto. Qualche tempo dopo, l'autore del racconto riceve la lettera di un individuo che presenta lo stesso handicap. L'uomo inizia a raccontare allo scrittore la sua incredibile vita, dall'infanzia trascorsa nell'anonimato a causa della scelta dei genitori di farlo vivere senza alcun contatto con il mondo esterno, fino all'età adulta, segnata dalla tragedia che gli ha causato la perdita degli arti. Chi è quest'uomo? Lui e Ezquievel sono la stessa persona? E cosa vuole dallo scrittore? Un thriller esistenziale sull'ineluttabilità del destino, una storia a tinte forti, ma anche delicata e introspettiva.
La storia è raccontata in prima persona: è la lettura della lunga lettera di Renato Ricciardi, che fin da piccolo ha vissuto una vita piena di sofferenze, delusioni e tanti dolori. Il racconto della sua esistenza fino allepilogo è coinvolgente e il lettore viene attratto inesorabilmente dalle vicende e dalla disperazione, soffrendo insieme al protagonista, con la speranza che le cose migliorino. Lo stile è incisivo e capace di esternare sentimenti e pensieri con disinvoltura, specialmente quelli più drammatici; tuttavia sono presenti anche spiragli di felicità e momenti gioiosi che spingono Renato e di conseguenza il lettore a interrogarsi sul senso della vita e concludere che Un attimo di vita vissuta davvero, che senza ostacoli lungo il suo percorso avrebbe infine portato alla chimera della vera gioia, forse vale più di cento inferni. E un libro molto bello.
Ettore Leandri - 17/07/2021 14:02