In questo volume il territorio viene inteso in tutta la sua ruvidità, tormentata assurdità, capacità di assorbimento degli avvenimenti naturali e umani. Le partizioni e le tracce degli insediamenti, i perimetri mentali delle appartenenze e delle identità, le rughe delle percorrenze e degli usi, sono considerati come occasione di trasformazione positiva del modo collettivo di abitare i luoghi. Ugualmente ruvida e turbolenta è la crosta sociale del territorio: il mosaico di abitanti, popolazioni, comunità. Il metodo paziente della costruzione sociale della città viene indicato come l'unico strumento che possa dimostrarsi capace di creare nuove cittadinanze e nuove società.