"Madame Bovary", apparso a puntate sulla "Revue de Paris" nel 1856 e integralmente un anno dopo, incontrò subito un grande successo di pubblico - dovuto anche al clamore del processo a cui il suo autore, incriminato per oltraggio alla morale e alla religione, fu sottoposto -, imponendosi all'attenzione della critica come il capolavoro assoluto del romanzo moderno. Incentrato sulla superba figura di Emma Bovary - donna inquieta, insoddisfatta, simbolo di un'insanabile frustrazione sentimentale e sociale - e giocato su un antiromanticismo ideologico e formale di fondo, "Madame Bovary" come ha scritto Vladimir Nabokov, "dal punto di vista stilistico è prosa che fa ciò che si suppone faccia la poesia. Senza Flaubert non ci sarebbe stato un Marcel Proust in Francia, né un James Joyce in Irlanda. In Russia, Cechov non sarebbe stato Cechov".