"Manicomio primavera" è lo spazio imprevisto e sospeso generato da un'emozione diversa che irrompe in un'esistenza normale, l'emozione che per un attimo illumina di normalità una vita da 'diversi'. Normali per scelta o per consuetudine, diverse perché isolate in una maternità disperante e malata, le donne che Clara Sereni racconta si inoltrano in questa terra di nessuno con passi incerti dettati di volta in volta dal coraggio, dalla stanchezza, dalla curiosità, dalla paura. Orfane di certezze, perché niente sarà mai più come prima, messe a nudo da un primo bacio o dal cancro, da una domanda ossessiva o da un sorriso intraducibile, da un figlio irriconoscibile o da un figlio immaginato, le donne che attraversano il 'manicomio primavera' si aggrappano a un linguaggio elementare, da sempre radicato in tutte, fatto di gesti più che di parole. I gesti quotidiani assumono così la rilevanza drammatica di una risposta, di una scelta: quando un pacchetto di biscotti è una fuga, e un banco di verdure una battaglia d'amore, allora un bidone della spazzatura è una guerra perduta, e un gelato può servire a dichiararsi, una volta almeno, uguali.