Tracciare il profilo biografico di un profeta è impresa tutt'altro che semplice. Non tanto perché manchino informazioni su chi afferma di parlare e agire in nome e per conto d'una divinità ma perché le notizie che lo riguardano tendono a privilegiare la sua dimensione pubblica, di istitutore o riformatore d'una fede che, in quanto tale, ha più che altro a che fare col sovrannaturale, per definizione refrattario a un approccio di tipo logico e razionale. Nello stilare la vita del profeta Maometto, già il nome Muhammad può creare difficoltà. Ha mutato più volte e nel tempo è diventato Maometto, Mahoma, Mafoma, Mafomede, Mafometus, Macumeth, Mahumet o Mahomet e, in ambito turco-islamico, Mehmet, per tentare di avvicinarsi alla pronuncia originale. Bisogna poi tenere in considerazione due aspetti importanti: "il primo riguarda l'estrema delicatezza del tema, vista l'accentuata suscettibilità dei musulmani che giudicano il loro Profeta un uomo reso 'perfetto' dalla grazia divina, e che non sono quindi disponibili ad accettare la benché minima critica nei suoi confronti, foss'anche sui suoi aspetti squisitamente umani. Il secondo deriva dall'assenza quasi totale, con l'unica eccezione del Corano, d'una documentazione araba coeva o redatta nel periodo immediatamente successivo alla morte di Muhammad. Non surrogabile dalla gran quantità d'informazioni orali proposte dalla 'tradizione sacra' islamica, messe in forma scritta solo un paio di secoli più tardi".