Dieci anni in giro per il mondo. Venti storie di viaggio. Ogni esperienza, dalla più insolita (tentare di imbucarsi nel blindato set thailandese di una grande produzione hollywoodiana, trovarsi senz'acqua in un giro solitario a piedi nel Sahara) alla più apparentemente ordinaria (frequentare un corso di sesso tantrico per turisti in India, girare per l'outback australiano in mezzo ai distratti partecipanti di un viaggio organizzato), diventa una perla narrativa, un acquerello incredibilmente vivace e definito, capace di restituire con impagabile nitidezza colori, sapori, profumi e suoni di un mondo sempre più globalizzato. Per questo Rolf Potts ci ricorda che il viaggio, ancora più che ai tempi di Kerouac, è una dimensione mentale: agli occhi di ciascun viaggiatore il medesimo luogo, per quanto intatto si sia conservato nei secoli, appare diverso, in virtù dello sguardo irripetibile con cui ognuno ridisegna la geografia del mondo. Dimentichiamoci una buona volta il vezzo moderno di ripercorrere le orme di chi ci ha preceduto: per come si presenta ai nostri occhi, ogni posto attende ancora il suo esploratore.
Marco Polo non ci è mai stato. Dieci anni di storie di un viaggiatore postmoderno
Anonimo - 23/08/2009 13:05
2/
5
Ho sentimenti ambivalenti nei confronti di questo libro. Premetto che sono un'appassionata di libri di viaggio (il mio autore preferito è sicuramente Bill Bryson di cui ho letto tutto e di cui vi consiglio di leggere tutto). Mi piace molto anche Paul Theroux (leggete Bazar Express e vi divertirete un mondo). Ma qui l'autore ricorre ad un escamotage che non mi è piaciuto per niente. Divide praticamente il racconto dalle note (ponderose!!) che scrive alla fine di ogni narrazione. Ne risulta un reportage asciutto fino all'osso fatto più o meno di aria fritta che fa fatica veramente a tenere desta l'attenzione del lettore mentre, a volte, le note risultano assai più interessanti (per esempio quelle in coda a "Sulle tracce della vergine" che sono molto divertenti).
Inoltre ho avuto l'impressione che l'autore sia un po' troppo compenetrato di sè stesso (no, non ha "attraversato" il Sahara...ci ha camminato un po' d'ore ed è tornati indietro subito quando gli si è rotta la bottiglia d'acqua e così via...)
Alcuni racconti sono godibili, altri da dimenticare.
Voto medio e non lo consiglierei.
Anonimo - 23/08/2009 13:05