"La struttura e lo stile di 'Mentre morivo' esercitano un fascino, a volte esasperante, soltanto se il lettore accetta la sfida di mettere in atto tutta la sua disponibilità percettiva. Bisogna cogliere insieme l'assurdo, il comico, il simbolico, l'inconcluso, la ridicolaggine che incombe sulla tragedia, l'enigma, che non si risolve" (Alfredo Giuliani).
Faulkner gioca di rapina. Lo fa con i pensieri dei protagonisti, scatta istantanee, riprende fiato, li inanella alla storia e continua per la sua strada; il tutto in un attimo congelato tra queste duecento pagine. E io lì in mezzo, a chiedermi cosa ha arrestato il tempo e mi ha colpito e spostato di lato per farsi largo.
Io sono io e voglio capire, lui scrive ma io voglio capire, ho pagato! Tu sei niente, conti zero, le storie sono le sue. Le sue. Ma voglio capire! Allora fa' il favore di startene a casa, al caldo. Senti il tempo, piuttosto, sii fratello di Carl e piangi Addie a modo tuo, parti con loro, non fermarti a capire che non hai capito un cazzo perché non c'è niente da capire.
Parti, diventa pensiero.
Anonimo - 28/03/2011 22:58