Non c'è dubbio che l'economia meridionale conservi caratteri specifici differenti rispetto a quelli di altre zone del nostro paese, che continuano a influenzare fortemente le sue strutture sociali e civili, istituzionali e politiche. Non c'è dubbio, inoltre, che gli effetti della crisi si siano abbattuti con più violenza e vigore su questa parte della Penisola, provocandone in molti casi forme drammatiche di arretramento sociale ed economico. L'individuazione di tali peculiarità non deve condurre, tuttavia, a riproporre facili rappresentazioni generalizzanti di un Sud indistintamente arretrato e desertificato, dominato dal malgoverno e dalla criminalità. E stupefacente come tali rappresentazioni riescano a negare e rimuovere realtà produttive e dinamiche che non solo costituiscono parti vitali in settori strategici dell'economia nazionale, ma che con essa mantengono uno stretto sistema di relazioni e scambi. Lo scopo e il senso di questo numero di "Meridiana" è proprio quello di fornire un'analisi di esperienze concrete in grado di smontare e rendere più complesso e articolato un quadro del Mezzogiorno uniforme e stereotipato, sostanzialmente immobile e arretrato.