«Dopo tanti, tanti libri dedicati alla montagna, quello di Marco Albino Ferrari, dedicato alla madre, è il più intimo e bello che abbia letto. La montagna c'è ancora: non sullo sfondo ma tutt'intorno a questa donna e questo ragazzino, paesaggio del loro amore segreto.» Paolo Cognetti
Il suo sorriso si accendeva di una luce vitale, dolce, eppure ambigua,spietata. Non la si sarebbe mai incontrata a un pranzo di nozze o a un veglione di capodanno;li considerava inutili convenzioni sociali, consuetudini prive di senso.È lei figlia ribelle della migliore borghesia la sorprendente protagonista di questa storia vera,che ci appare come in un gioco di specchi di fronte all'autore, suo unico figlio, suo unico amore. Si entra così in una tensione emotiva che per propria natura dovrebbe essere asimmetrica come lo è l'amore tra una madre e il suo bambino ma che si rivelerà via via sempre più intrecciata e senza ruoli.La passione per i ghiacciai, per gli alberi pionieri, per la grande montagna, per la vita in due,incessantemente in due,accompagnati dalle note del repertorio pianistico che questa donna senza freni suona fino a notte fonda. I ricordi si allineano riempiendo un mondo speciale e perciò carico di nostalgie. L'insospettabile vita a Courmayeur durante la guerra; l'unione clandestina con Edi Consolo, mitico agente segreto della Resistenza;le notti senza luci della Milano della Ricostruzione, al bar Jamaica, con le avanguardie e i circoli dell'antiaccademia. Tutto filtrato da una critica laica, da uno sguardo che milita contro ogni forma di retorica e di presunta purezza. Infine, alla soglia della morte, il gravoso passaggio del testimone di una madre che non vuole vedere il suo mondo e i suoi insegnamenti dissolversi con lei.