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Mille anni che sto qui

Mariolina Venezia
pubblicato da Einaudi

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Grottole, nei pressi di Matera: dall'Unità d'Italia ai giorni nostri, le vicende straordinarie e quotidiane dei Falcone, una famiglia lucana cui il destino dona tutto e non risparmia niente, dalla guerra all'emigrazione, dalla fame alla ricchezza, passando per scandali pubblici e furori individuali. Dal capostipite Don Francesco con i suoi barili d'oro sepolti e mai più ritrovati alla piccola Gioia che fugge di casa un secolo dopo per dimenticare tutto e tutti, mille e ancora mille storie d'amore, morte, gelosia, amicizia, mentre intorno infuriano le tempeste della Storia e si susseguono le generazioni passandosi silenziosamente il testimone.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani

Editore Einaudi

Collana I coralli

Formato Brossura

Pubblicato 01/01/2006

Pagine 250

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806184742

5 recensioni dei lettori  media voto 3  su  5
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Mille anni che sto qui

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voto 5 su 5 Molto bello, sin dall'attacco iniziale, il rigagnolo d'olio che scende lungo la strada, cattura il lettore istantaneamente. In tutto il libro sono stato combattuto e vinto, "vittima" di tante emozioni contrastanti, come sballottato in un turbine,con alcuni momenti e vicende che suscitano però un riso amaro. L'incipit di questo libro è assolutamente fantastico,si capisce subito la naturale propensione della scrittrice per il mondo della celluloide. L'autrice ripercorre magistralmente l'epopea di questa famiglia, ricostruendo l'albero genealogico,dall'ottocento ai giorni nostri. Un viaggio nel passato, nella vita d'altri tempi , tempi in cui si soffriva la fame, si era preda di malattie e regnava incontrastata su tutti l'ignoranza e le superstizioni, un libro che riapre questioni vecchie e nuove. Un ritratto della civiltà contadina,storie,modi di dire,amori forti e sinceri che vanno oltre i condizionamenti imposti, l'autrice salta il muro di cinta dei ricordi del passato e riscopre il colore giallo dei campi, il bianco degli ideali, il verde dei sogni ,ed il rosso dell'ardore della politica. Riesce a fondere sapientemente atmosfere di Levi con quelle di altri scrittori contemporanei come Riccarelli e Mazzucco, tutti i personaggi sonovividi e veri, accomunati dalla sincerità e dal forte bisogno diriscatto sociale. Alessandro Zenti
Mille anni che sto qui

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voto 3 su 5 La saga familiare è avvincente e intrigante, supportata da uno stile originale (simpatico il dialetto, utilizzato qua e là). Le vicende della famiglia Falcone appassionano, a volte commuovendoci, a volte rattristandoci, a volte facendoci sorridere. Occorre un pò di concentrazione, dati gli intrecci tra i personaggi, le cui descrizioni psicologiche non appesantiscono affatto la narrazione. Complessivamente, è una lettura piacevole e consigliabile, arricchita dall'esame del contesto storico-sociale-politico di un Sud Italia di altri tempi, in forte contrasto, in chiusura, con la Parigi di Gioia, ultimo personaggio del romanzo, che sembra racchiudere tutti i conflitti interiori e le inquietudini delle generazioni passate.
Mille anni che sto qui

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voto 3 su 5 Un libro avvincente e ben scritto (non riuscivo a smettere di leggerlo) fin quasi al termine, poi va perdendosi con il personaggio di Gioia ed un finale che il lettore stenta a capire.
Mille anni che sto qui

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voto 3 su 5 CAROLINA VENEZIA HA AVUTO UNA BUONA IDEA, UN ROMANZO SAGA CHE TI APPASSIONA FINO AD UN CERTO PUNTO E POI SI SGONFIA COME UN SUFFLè ,PECCATO. LA PREMESSA ERA OTTIMA, MA LE ASPETTATIVE VENGONO DELUSE. IL ROMANZO SI FA TROPPO DISPERSIVO E ALCUNE PAGINE SONO DAVVERO INUTILI ALLA STORIA STESSA. ASPETTO LA PROSSIMA OPERA, PERCHè LA PROSA è BUONA E SPERO NELLA SUA MATURITà DI SCRITTRICE.
Mille anni che sto qui

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voto 2 su 5 titanica l'impresa dell'autrice, lucana nonostante il nome: ci riesce solo in parte. il romanzone corale che rispolvera la storia va maneggiato con cura. nelle prime 100 pagine si trovano episodi narrati con un certo brio, una placida ironia che fa ben sperare. ma l'opera a mio parere non cresce, si avviticchia. è lenta. la buona scrittura (mai televisiva o pomposa, bisogna riconoscerlo) si affloscia. i personaggi diventano troppi e i vari elementi non convergono. Le idee sono buone, gli episodi esplicativi, tipici nello specifico ambito culturale e territoriale, ma sono come stiracchiati, rattoppati alla bell'e meglio, privi di un coerente disegno, della dovuta tensione narrativa che faccia confluire le carte scompigliate. Da questa mancanza (e dall'eccesso di fatterelli, episodiucci, cosette) una sensazione di annacquamento e futilità. La Venezia a me pare una buona penna.. difettosa, non ancora scrittrice di razza, che tutte le componenti del racconto farebbe correre in maniera indiscutibile e compatta - lavorando meglio sulla stringatezza-rapidità. pur con i suoi piacevoli risvolti rustico-marqueziani, il mio voto è sotto la sufficienza. Buono a macchia di leopardo. il libro, così impostato, mi sembra un pretesto per toccare, in modo superficiale, i fatti storici... (e il concatenamento di questi fatti, svolti con furberia, + il nome dell'editore hanno fatto sì che il successo del libro fosse, in qualche modo, prevedibile). questo naturalmente decreta il fallimento artistico..

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