Il romanzo di una breve vita vissuta, un soldato abruzzese nella barbarie della guerra. Appunti di una sofferta prigionia, raccontati con documentazione allegata.
«Minùc» di Domenico Bianco
Lo scrittore Domenico Bianco, fondatore del «Premio Pablo Neruda» e del «Premio Letterario Città di Pinerolo», ha pubblicato «Minùc», Edizione Librintasca (Vernole), un libro straordinariamente coinvolgente, dove tratta, in maniera realistica ed appassionata, le vicende personali dello zio Carmine Bianco, chiamato «Minùc» con la passione e la determinazione che caratterizzano da sempre gli abruzzesi.
Lopera, frutto di una straordinaria ricerca storica, racconta le sofferenze di un soldato guardiese costretto a combattere una guerra ingiusta e, dopo l8 settembre 1943, a patire le afflizioni di un recluso in un campo di prigionia in Germania.
I maltrattamenti, più feroci e inimmaginabili perpetrati dai suoi feroci aguzzini, sono descritti in maniera realistica e, nello stesso tempo, delicata.
Nella narrazione letteraria dello scrittore non si percepisce lodio viscerale che avrebbe potuto costellare questo interessantissimo libro di denuncia.
La sofferenza di «Minùc», costretto a subire le angherie dei suoi torturatori teutonici, è descritta in modo scorrevole e drammaticamente coinvolgente.
Lautore non si è lasciato prendere la mano dal disprezzo che avrebbe potuto costellare queste tragiche vicende belliche ed è riuscito a scrivere un romanzo raffinato che consiglierei di fare leggere ai nostri studenti perché, come scrive Mario Rigoni Stern, «la memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e luomo che non ha memoria è un poveruomo».
Un libro da assaporare pienamente, nelle sue varie sfaccettature letterarie, per fare riflettere le nuove generazioni sul significato intrinseco del concetto di Libertà.
Sergio Melchiorre
sermel56 - 03/11/2020 15:40