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"Non mi piace la competizione, mi piace navigare..." affermava Bernard Moitessier dopo aver concluso un giro del mondo leggendario, che volle continuare sino ai confini di se stesso. Slancio mistico e solitario di una rotta lunga circa quarantamila miglia senza scalo. Questo navigatore impareggiabile, entrato nella memoria del mare rifiutando l'ingranaggio della gloria e del denaro, diceva anche: "Ho sempre creduto nel sudore offerto dalla terra." Di sfida in sfida, aveva traformato la vela nel viaggio interiore di un uomo alla ricerca dell'assoluto, che interroga il mondo come un marinaio le stelle. Sognatore asceta, bricoleur poeta, pensatore scalzo, seppe trasformare - su un piccolo atollo in mezzo al Pacifico - la propria personale avventura in un processo collettivo, con queste parole come insegna: Creazione, Coscienza, Genialità del cuore, Alleanza con la Natura. Vennero poi la campagna per gli alberi da frutto, indirizzata ai sindaci di Francia; il naufragio del Joshua, la sua "barca magica"; e infine la lenta stesura di "Tamata e l'Alleaza", un grande libro di memorie che ripercorre la scia di una vita mutata in destino. Una scia che Dominique Charnay, l'amico intimo degli ultimi vent'anni, illumina e prolunga in un susseguirsi di ricordi illustrati. Ritroviamo nei luoghi a lui familiari - a Tahiti, a Parigi e altrove - un Bernard Moitessier intimo, talvolta inatteso, umano e affascinante.