Il termine camorra nascerebbe a Napoli intorno al XVI-XVII secolo dalla giunzione delle parole c'a-morra (con la morra) in riferimento all'omonimo gioco di strada. La Camorra infatti rappresenta l'unico fenomeno mafioso italiano a carattere perlopiù urbano. Controllo del gioco d'azzardo e della prostituzione, estorsioni, contrabbando, furti, truffe erano esercitati nella città esclusivamente dagli adepti della Bella Società Riformata.
Tra le prime opere ad illustrare tale fenomeno malavitoso venne pubblicato questo libello di autore rimasto anonimo che disegna, in forma in parte romanzata, la sua organizzazione, i suoi rituali, le sue usanze e linguaggi che in parte ricalcano il modus operandi dei clan odierni, specialmente l'obbligo inscindibile della più assoluta omertà. In particolare, viene dato ampio risalto alle connessioni che già da allora esistevano tra le alte sfere della compagine sociale napoletana e questa struttura criminale, come anche l'esistenza di funzionari pubblici corrotti al soldo dei Capi società. Il volume si presenta così come indispensabile per intraprendere un'analisi storica e di costume di uno dei più antichi gruppi delinquenziali al Mondo la cui esistenza ancora oggi denota, da una parte una quantomai sua temibile efficienza organizzativa, dall'altra il permanere di problemi socio-economici irrisolti vecchi di secoli.
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