Berlino, anni Settanta. Christiane F. ha un padre violento e una madre spesso fuori casa. Inizia a fumare hascisc a dodici anni, a prendere Lsd, efedrina e mandrax. A tredici passa all'eroina, a quattordici si prostituisce. E' l'inizio di una discesa nel gorgo della droga da cui risalirà faticosamente dopo due anni. Un libro duro, cattivo, amaro. Il racconto, vero, di un'adolescenza vissuta ai margini di un'intera società. Christiane F. è tornata a scrivere la sua storia nel libro autobiografico Christiane F. La mia seconda vita (2014) edito da Rizzoli.
Passo dopo passo questo libro ci racconta la lenta ma inesorabile caduta di una ragazza nel vortice della droga. Dallinfanzia difficile nella periferia di Berlino alle prime serate in discoteca sperimentando le prime droghe leggere fino alleroina. È unopera reale, cruenta, vera, ma assolutamente leggibile dai ragazzi.
Sebbene sia sicuramente scorrevole, una lettura tuttaltro che complicata, è molto profondo. Rispecchia lamarezza di una vita consumata, tutto il percosso psicologico che porta una ragazza sullorlo del baratro e oltre. Senza dubbio invita a riflettere.
Tra tutti i personaggi chi ritengo più degna di nota è senza dubbio Kessi, unamica della protagonista, principalmente per come si è evoluta la sua storia, la sua vita. Molti genitori dovrebbero tenerla a mente.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino però è anche un ritratto. Il ritratto di una società e dei suoi aspetti più decadenti, una società che solo in apparenza può ritenersi più evoluta o migliore di quelle che lhanno preceduta.
Quando ho letto questo libro, molti anni fa, mi spinse a provare pietà per i drogati, vederli come delle vittime. Ma, sebbene in ciò ci sia un nocciolo di verità, ho superato questo sentimento. In queste pagine si tocca con mano la pressione psicologica e sociale che possono spingere verso la droga, ma chi cede sceglie di farlo. È comunque colpevole. E non cè scussa che tenga. Abusi, dolori, traumi non contano. Dragandosi si ottengono solo tre risultati: 1- si fa del male a se stessi 2- si perde il controllo di se fino a diventare una minaccia per gli altri 3- si alimenta un circolo di morte e disperazione, si contribuisce alla distruzione di altre persone. È per ogni persona capace di controllarsi un milione e più non ne è in grado.
Molto, estremamente, interessante come Christiane e molti dei suoi amici siano partiti da droghe leggere fino ad arrivare a quelle pesanti, pur sapendo anzi scherzando sul fatto che fosse praticamente un suicidio. Una persona con un po di criterio potrebbe pensare che le une siano la porta dingresso alle altre.
Alessandro - 30/07/2018 22:16